
” Mostra Internazionale di Arte Tessile ispirata alla Coperta Guicciardini ” di Patrizia Pietrabissa
“ Nunzia ! Violante !… Concetta ! Maria !… currite, currite, arrivau u cartune !
Amu accuminciare picchì a trapunta ave a essere finuta a fine ri luglio du novo
anno. Nun avemu tempo. Avitti a vidire comu è biedda : ciuri, fogghie, cavaleri, varche, cavaddi …. Amu accominciare subito ! “
Tante volte mi sono chiesta come fosse nata questa Coperta (o Arazzo ?), chi l’avesse commissionata e con quale scopo, chi avesse disegnato il cartone e chi l’avesse scelto. Quante mani I ‘ avessero trapuntata perché arrivasse fino a noi questo stupefacente elaborato tessile che non può non affascinare chi si sofferma anche solo a guardarlo. Come si fosse svolta l ‘ organizzazione del lavoro.
Quali mani la avessero lavorata e se, quando passavano l’ago col filo di lino marrone, qualche ragazza cantava, o se invece non fossero suore che, in clausura, pregavano cucendo, mentre appaiavano i due tessuti di lino, dopo aver steso l’imbottitura.
Forse Nunzia, Violante, Concetta e Maria Magari poi erano invece Salvatore, Pietro, Giuseppe… che, con alta professionalità, come usava a quei tempi anche nelle corporazioni di ricamatori a Firenze, avevano eseguito questo lavoro straordinario e, fortemente concentrati, cadenzavano i punti, cantando antiche nenie popolari.
Mi è sempre piaciuto pensare che fosse stata portata in dote da Laudamia Acciaiuoli andata sposa a Piero Guicciardini nel 1393, ma recenti studi sembrano sconfessare totalmente questa ipotesi.
Nel 2006 sono andata a controllare nell ‘ archivio dei Conti Guicciardini, gentilmente messo a disposizione, sperando di trovare addirittura la nota del corredo di Laudamia con inserite anche le due Coperte ‘gemelle’, ma non e’ era nessun elenco di corredo di Laudamia. Comunque la Coperta diventava sempre più parte della mia vita, un po’ perché ne parlavo tanto, ne scrivevo, la pensavo, portavo persone a visionarla e da da quando ho avuto il privilegio di poterla vedere – o dovrei dire incontrare ? – serenamente distesa su un grande tavolo nella sezione Restauro Tessile dell ‘ Opificio delle Pietre Dure, è stato proprio come se, dopo un primo colpo al cuore nato dalla sua bellezza, avessi captato un suo messaggio. Sembrava mi dicesse di organizzarle una grande festa, per farle incontrare, dopo secoli di riposo, tantissime persone interessate al suo percorso e al suo messaggio Voleva essere studiata, ma più che altro voleva essere conosciuta e ammirata, prima di tornare a riposare con la grazia che si conviene a una così antica signora, all ‘ interno di uno dei più bei musei italiani: quello Nazionale del Bargello.
Poi, per non stancarsi troppo, per non venire ferita da una esposizione troppo prolungata, non avrei io potuto fare in modo da crearle una ‘controfigura’ identica ? Una riproduzione perfetta, come sicuramente alcune delle mie amiche e socie erano capaci di realizzare. E intorno a questo capolavoro n° 2, una grande esposizione, gioiosa, che ne celebrasse la bellezza e potesse dimostrare come, ispirandosi a personaggi e oggetti trapuntati nelle sue tele, magari trascurando la monocromia, si potessero raccogliere, in un luogo monumentale fiorentino, decine e decine di opere tessili, diverse tra loro, create tutte appositamente per renderle omaggio.
Parlai del progetto Mostra alle amiche del Club del Punto in Croce e trovai risposte entusiaste. Data la necessità di muoversi in un sistema strettamente filologico, Silvana Vannini si propose per realizzare la riproduzione da sola. Così sarebbe stato un lavoro più armonioso, più omogeneo, più bello e, principalmente, rispettoso della confezione dell ‘ originale.
Si cominciò a pensare ai tempi di realizzazione per un lavoro così impegnativo, ai tessuti da impiegare, ma – più che altro – era stata già individuata l’altra importante e necessaria protagonista : l’ artista che doveva preparare il cartone con i disegni ricavati dall ‘ originale. Così, mentre l’amica artista Marisa Sardini provvedeva a realizzare, con innegabile maestria, i bellissimi disegni a grandezza naturale delle varie parti della Coperta, Silvana Vannini studiava la tecnica impiegata dalle artiste–artigiane del ‘300, coadiuvata dalle spiegazioni di Susanna Conti dell ” Opificio delle Pietre Dure che suggeriva la tipologia dei tessuti, del filato e dell ‘ imbottitura da impiegare, aiutata in questo anche dagli studi approfonditi di Maria Stragapede, all’ epoca studentessa dell O.P.D., che preparava la sua dotta tesi sulla Coperta. Il Club del Punto in Croce aveva intanto ottenuto il Salone Brunelleschi dalla Presidenza dell’ Istituto degli Innocenti e, attraverso internet e comunicati stampa in italiano, inglese e francese, era riuscito a informare artiste tessili italiane e internazionali del nostro progetto Mostra di Arte Tessile ispirata alla Coperta Guicciardini.
Ci fu subito una reazione molto positiva : la Coperta era già conosciuta in questo particolare segmento.
Così come Il Club del Punto in Croce, che era alla sua seconda grande Mostra di respiro internazionale, avendo organizzato nel 2002, a Impruneta, quella ispirata al Cuscino del Vescovo degli Agli : reperto tessile realizzato sorprendentemente con tecnica patchwork prima del 1477. Le adesioni arrivarono quindi numerose da tutto il mondo : Svizzera, Finlandia, USA, Giappone, Francia, Irlanda, Italia …. Il progetto riuniva creatività di tanti paesi, accomunate da questa ispirazione centrale, pronte a cimentarsi con tecniche, materiali e sensibilità cromatiche diversi, in una fantasiosa Mostra che voleva unire antico e contemporaneo, per riflettere con saggezza come non si può creare artisticamente niente di nuovo e di bello, se non si conosce anche I’arte del passato e la sua storia. Arte, storia, ricerca culturale, manualità e bravura personale.
Questi gli ingredienti della Mostra Internazionale di Arte Tessile ispirata alla Coperta Guicciardini nel 2006, cui hanno risposto numerose artiste che hanno voluto omaggiarla con creazioni originali e con tecniche varie, che spaziavano dal ricamo tradizionale a telaio, al semplice punto in croce, al merletto a fuselli, al patchwork realizzato a mano e a macchina, al trapunto fiorentino, alla pittura, all Aemilia Ars ognuna con la sua sensibilità interiore e cromatica, con la propria fantasia, col proprio gusto, con la propria maestria. Accomunate però da questa grande coperta del tardo ‘300 che le aveva richiamate a sé con il fascino sottile e discreto dei suoi delicati e ingenui dettagli.
Ammaliate dal pensiero delle mani delle artigiane che in Sicilia, alla fine del XIV secolo, hanno seguito i disegni del cartone originale.
E cavalieri, stemmi, cavalli, fiori, musici, re, armi, barche, pesci in disegni di grande armonia, cadenzati da frasi in siciliano antico, sono fioriti sotto le loro abili dita, per portare fino ai giorni nostri questa stupefacente creazione di un arte domestica che, purtroppo, é andata per lo più persa attraverso i secoli.
La Mostra organizzata da li Club del Punto in Croce, ha rivelato quante persone ancora oggi amano cimentarsi con queste tecniche manuali che, trovo, siano fortunatamente addirittura in aumento, a giudicare dal fiorire di sempre nuove Mostre di ricamo e merletto.
E’ importante, oggi più di ieri, apprendere tecniche manuali che ci permettono, da una parte di ricavare grandi soddisfazioni personali, ma anche di passare queste antiche sapienze ad altre persone che continueranno il nostro lavoro di diffusione della conoscenza e dell’amore per il ricamo, il merletto, il trapunto fiorentino e quant’altro abbia a che fare con i tessili, l’ago e il filo.
Intanto il risultato più eccezionale è questa importante Mostra che riporta per due mesi la Coperta Guicciardini originale al Museo di Palazzo Davanzati, e la avvicina alla sua stupefacente riproduzione che la bravura di Silvana Vannini unita a quella di Marisa Sardini, coadiuvate dall ‘ ideazione de Il Club del Punto in Croce, hanno consegnato alla città di Firenze.
Al termine di questa Mostra la Coperta Guicciardini originale tornerà a riposare al Museo dei Bargello, ma la riproduzione vivrà di luce propria al Museo della Casa Fiorentina, fruibile per tutti gli studiosi e gli appassionati che la vorranno vedere, studiare e ammirare.




